I canti

Il canto è uno dei valori fondamentali della Goliardia. Cantiamo contro il grigiore della routine. Cantiamo per stare insieme, per sdrammatizzare, per conquistare, spesso per raccontare chi siamo. Cantiamo per rimanere giovani. Cantiamo perché crediamo in una fede.

IL GAUDEAMUS
Il “Gaudeamus” è l’inno internazionale della Goliardia. Il testo latino (di origine incerta) ricorda i clerici vagantes medievali, studenti che celebravano una gioventù da vivere giorno per giorno. Gaudeamus Igitur significa “godiamo ordunque”

Gaudeamus igitur iuvenes dum sumus. [bis]
Post iucundam iuventutem
post molestam senectutem
nos habebit humus! [bis]

Ubi sunt qui ante nos in mundo fuere? [bis]
Transeas ad superiora
Habeas ad inferiora
quos si vis videre. [bis]

Vita nostra brevis est, brevi finietur, [bis]
venit mors velociter,
rapit nos atrociter,
nemini parcetur. [bis]

L’INNO
L’inno si divide in “Questo è quel lago”, strofa di stampo unicamente senese, che richiama un passaggio studentesco e nel “Di canti di gioia”, parte risorgimentale (1891) cantata in tutti gli Atenei.

Questo è quel lago
dov’è affogato Gaspero
l’acqua salata gli ha surrogato il bischero
donne vendetela che la tenete a fa’?
Viene l’estate e puzza di baccalà

Di canti di gioia
di canti d’amore
risuoni la vita
mai spenta nel cuore
non cada per essi la nostra virtù [bis]

Dai lacci sciogliemmo
l’avvinto pensiero
che or libero spazia
sui campi del vero
e sparsa la luce Sui popoli fu. [bis]

Ribelli ai tiranni,
di sangue bagnammo
le zolle d’Italia
e lieti sposammo
in sacro connubio
la Patria al saper. [bis]

E noi lei faremo
coi petti e coi carmi
superba nell’arti
temuta nell’armi
esempio alle genti, di forza e saper. [bis]

Di canti di gioia
di canti d’amore
risuoni la vita
mai spenta nel cuore
non cada per essi la nostra virtù [bis]